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Italia e Russia: due mondi a tavola

  • La redazione
  • 23 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Quando la cultura si siede a tavola 

Il cibo non è solo nutrimento: è storia, geografia, identità. È il risultato di secoli di tradizioni, conquiste, climi e migrazioni. E se c’è un luogo dove tutto questo si riflette chiaramente, è sulla tavola. Italia e Russia, due nazioni lontane geograficamente e culturalmente, offrono due universi gastronomici profondamente differenti, ma ugualmente affascinanti. In questo reportage, mettiamo a confronto due cucine simbolo di civiltà diverse, per capire cosa mangiano gli italiani e cosa mangiano i russi, e soprattutto, perché.  


Ingredienti principali: la differenza parte dalla terra 

In Italia la cucina è strettamente legata alla terra, al clima mite e alla varietà agricola. È il regno del “fresco”: olio extravergine d’oliva, pomodori maturi, basilico profumato, agrumi, pesce azzurro, pasta fatta a mano, formaggi a latte crudo. Ogni piatto parte dall’idea di esaltare un ingrediente, mai coprirlo. In Russia, la lunga stagione fredda ha portato alla diffusione di tecniche come la conservazione (fermentazione, salatura, affumicatura) e l’uso di ingredienti resistenti al gelo: barbabietole, cavoli, patate, cetrioli, cipolle, funghi. L’ingrediente chiave non è sempre fresco, ma piuttosto robusto e capace di durare: un’esigenza dettata dal clima e dalla storia.  


Pasti e ritmi della giornata: due approcci alla vita 

Gli italiani vivono il cibo con una ritualità rilassata. La giornata comincia con una colazione dolce e veloce (cappuccino e cornetto), mentre il pranzo – spesso tra le 13 e le 14 – è il momento clou: primo, secondo, contorno e frutta. La cena è più leggera ma tendenzialmente tarda, intorno alle 20:30 o 21:00, specialmente nel sud. In Russia la colazione (zavtrak) è sorprendentemente abbondante: uova, pane nero con burro, formaggi, salumi, porridge, e tè caldo. Il pranzo (obed), consumato tra le 12 e le 14, è altrettanto ricco: sempre una zuppa (come borsch, shchi o ukha) seguita da un secondo caldo e un contorno. La cena (uzhin), tra le 18 e le 20, può includere piatti simili al pranzo, ma spesso è più semplice.  


Piatti simbolo: dove la pasta incontra il borsch Il piatto italiano per eccellenza? Difficile dirlo, ma la pasta è il simbolo indiscusso: spaghetti alla carbonara, penne all’arrabbiata, orecchiette alle cime di rapa. A seconda della regione, il riso prende il posto della pasta (vedi il risotto lombardo o veneto), e la pizza è onnipresente. La forza della cucina italiana sta nella varietà regionale: ogni valle ha la sua specialità. In Russia, il cuore della tavola è spesso liquido: le zuppe. Il borsch, di origine ucraina ma adottato come piatto nazionale, è una zuppa di barbabietole, carne e cavoli, spesso servita con smetana (panna acida). I pelmeni (ravioli di carne simili a tortellini), i bliny (crepes dolci o salate), e l’insalata Olivier sono icone di una cucina pensata per saziare e riscaldare.  


Bevande e brindisi: vino o vodka? 

In Italia, il vino è cultura. Bianco, rosso o rosato, ogni piatto ha il suo abbinamento ideale. Il caffè, in particolare l’espresso, è un rito quotidiano quasi sacro. Gli italiani brindano con vino o spumante, ma sempre con moderazione. In Russia, la vodka è molto più di una bevanda: è un rituale. I brindisi sono lunghi, profondi, spesso accompagnati da discorsi toccanti. Ogni sorso viene accompagnato da cibo, spesso salato, e mai bevuto da solo. Nelle occasioni speciali si usa anche il kvas, una bevanda fermentata a base di pane di segale.  


Cibo e socialità: convivialità a due velocità 

Il cibo in Italia è convivialità pura. Si mangia in famiglia, con calma, con amici, spesso attorno a una tavolata rumorosa e piena di piatti da condividere. Le feste religiose e familiari ruotano attorno a veri e propri banchetti. Anche in Russia la tavola è luogo di unione, ma con un’atmosfera diversa: più intima e rituale. I pranzi festivi sono molto ricchi e pieni di piatti tradizionali preparati in anticipo. Il tavolo russo in festa è ordinato, abbondante, e spesso dominato da vassoi di insalate, stuzzichini, carne e pane nero.  


Conclusione: un mondo di differenze, un valore comune 

Italia e Russia, a tavola, sono il riflesso delle loro anime: una è solare, mediterranea, attenta all’equilibrio tra semplicità e gusto; l’altra è continentale, calorica, legata al sostentamento e alla sopravvivenza, ma anche profondamente ospitale. Eppure, tra un piatto di lasagne e una ciotola di borsch, c’è una verità condivisa: mangiare non è solo nutrirsi, è raccontare chi siamo. “Dimmi cosa mangi e ti dirò da dove vieni” – in Italia o in Russia, la cucina è la miglior carta d’identità di un popolo.  


Olga Vorosheva, 3BL

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