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Caro telefono, arrivederci

  • La redazione
  • 24 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Ore 8.00: la mattinata scolastica inizia con la consueta routine. Depositiamo il telefono nella cassetta di sicurezza. Già… per noi è una routine.

Da diversi anni, infatti, nelle aule del Da Collo i cellulari non si usano. Quando, qualche settimana fa, è entrata in vigore una normativa che vieta l’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici in tutte le scuole di ogni ordine grado, è scoppiato un grande dibattito in tutta Italia, mentre per noi ormai è una cosa ovvia e scontata. Sono molti i commenti che si vedono sui social. Il decreto-legge appena approvato ha suscitato diversi pareri negativi tra gli alunni che non hanno per niente approvato questa riforma, come anche molti genitori e addirittura qualche sindacato.

Alcuni studenti ritengono questa norma corretta e consona, ma tanti pensano l’esatto opposto, cioè che sia assurdo ritirare i telefoni. Noi siamo d’accordo con il Ministro. È giusto che in quelle cinque ore gli studenti siano fuori dal mondo virtuale, seguendo al meglio le lezioni. Questa regola per noi che frequentiamo questa scuola non ha portato grandi differenze, ma sentiamo gli altri alunni scandalizzati, perché non sono mai stati abituati a questo cambiamento e questa è la prima volta per loro. Una motivazione per cui siamo felici di questa regola è la sicurezza, perché sappiamo che in questo modo nessuno può violare la nostra privacy con foto o video, fatti anche di nascosto e poi magari postati sui social a nostra insaputa.

Non avere in mano i telefoni a scuola ci ha aiutato di più a comunicare tra di noi e quindi a legare di più e a rafforzare le relazioni, e poi non abbiamo la preoccupazione di non sapere dove l'abbiamo lasciato o, peggio, la paura che qualcuno lo prenda.Noi, che ormai siamo abituati a non avere il cellulare a portata di mano durante le ore di lezione, pensiamo che questa nuova decisone del Ministero dell’Istruzione sia del tutto esatta, perché siamo convinti che i telefoni siano la principale causa della distrazione dei ragazzi. Infatti, è inutile negare che a casa, mentre svolgiamo i compiti con il telefono accanto, se in quel momento arriva una notifica, viene naturale aprirlo e guardare il messaggio; perciò, l’unico metodo per non avere questo tipo di disattenzione è mettere in un altro posto il cellulare e non ac 

cendere il suono delle notifiche, in modo da potersi concentrare al massimo.  Così si deve fare soprattutto a scuola. Effettivamente per ascoltare attentamente le spiegazioni nessun alunno ha bisogno del cellulare, ma solo dell’udito! Inoltre, spesso ci sono ragazzi che giocano o chattano durante le ore di scuola... Che lezione stanno ascoltando effettivamente loro? O si stanno solo divertendo? La scuola è un luogo che ha lo scopo di far imparare agli studenti i concetti fondamentali che possono essere utili nella vita di tutti i giorni, per farci entrare nel mondo del lavoro, per poi approfondire gli studi all'Università, per avere un’ulteriore crescita personale e per poi trasmettere un bagaglio culturale alle future generazioni.

Tanti dicono che almeno durante l’intervallo i telefoni dovrebbero essere restituiti, ma, se questo dovesse accadere, tutti gli studenti sarebbero attaccati allo schermo piuttosto che conversare e chiacchierare tra loro. Infine, dato che a scuola i telefoni non potrebbero essere comunque usati per filmare insegnanti e compagni, non averli è un ottimo modo per evitare violazioni della privacy altrui, perché non bisogna dimenticare che ogni telefono contiene dati ed informazioni di altre persone. L’unico aspetto di questa normativa con cui non siamo molto d’accordo è il fatto di non poterli utilizzare per attività didattiche, perché negli anni scorsi qualche volta è capitato che i professori, per farci apprendere in maniera alternativa gli argomenti, ci facessero divertire giocando per esempio con Kahoot. A parte questa piccola precisazione, però, riteniamo che la decisione del ministro Valditara sia assolutamente adeguata e che debba essere mantenuta.


Giulia Antoniazzi, Noemi Barisan, Elda e Fjona Guraziu

Classe 3^AT

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