Il 13 ottobre 2022 veniva presentata al Senato della Repubblica una proposta di legge, ad iniziativa di alcuni deputati e senatori che sostenevano l’opportunità di integrare il testo dell’articolo 33 della Costituzione italiana. L’iter di approvazione si è concluso il 20 settembre 2023, con la delibera finale della Camera.
Nella relazione di presentazione del testo, si legge:
“Lo sport e la cultura del movimento, insieme alla scuola, possono essere considerati come una grande agenzia educativa, capace di insegnare sul campo valori come l’inclusione, la solidarietà e il rispetto, valori essenziali per stimolare il consolidamento di una società civile sana e inclusiva e per formare cittadini più consapevoli e attenti”.
Abbiamo chiesto ad alcuni studenti del Da Collo, atleti di alto livello, quale valore ed importanza attribuiscono allo sport.
Vi proponiamo di seguito le loro risposte.
MARTA BENEDET
Frequenta la classe 2^A turistico. Pratica sci alpino a livello agonistico da diversi anni, partecipando a competizioni a livello provinciale e regionale, con qualificazioni a gare nazionali.
Marta, da quanto tempo pratichi questo sport?
Ho iniziato a sciare da piccola e mi sono subito appassionata alla montagna. Praticare questa disciplina non è sempre facile, perché è necessaria una buona dose di programmazione e non mancano di certo i sacrifici in termini logistici e temporali.
Che cosa significa per te fare sport? Quali aspetti positivi ha nella tua vita?
Sciare mi permette di vivere nuove esperienze in posti bellissimi e fare nuove amicizie. Ma soprattutto mi ha insegnato e mi insegna a non arrendersi anche nei momenti difficili, perché con impegno e determinazione si possono ottenere grandi soddisfazioni.
ERIKA CESCON
Erika Cescon frequenta la classe 5^AT; è una nuotatrice da 13 anni.
Erika, che tipo di disciplina sportiva pratichi?
Mi sono sempre concentrata sul nuoto in vasca, ma da due anni a questa parte ho raggiunto i livelli più alti con il nuoto in acque libere, quindi tutto ciò che riguarda gare in mare e in lago, partecipando a gare regionali e nazionali.
Quale “peso” o ruolo ha lo sport nella tua vita?
Non ho mai pensato di fare dello sport il mio futuro o il mio lavoro; infatti, per me lo sport è una valvola di sfogo che mi aiuta ad uscire dai “periodi no” e a superare giornate infinite e stressanti passate a scuola e a casa. È anche il modo migliore per mantenermi sempre in forma, ma la cosa più importante e che ogni giorno mi ricorda che la vita è fatta di disciplina e rispetto. Anche non essendo uno sport di squadra mi aiuta a saper convivere con le persone e a saperle rispettare, ad aiutarle quando ne hanno bisogno e a confrontami con i miei compagni per crescere ancora di più. L'ambiente sportivo mi mette serenità perché so che dopo un allenamento, che sia riuscito bene o meno, ritrovo nei miei compagni un supporto ed è quello che cerchiamo di fare tutti i giorni l’uno con l’altro.
Guardando alla tua esperienza, trovi che nello sport ci siano aspetti negativi?
L'unico aspetto negativo, volendo trovare “il pelo nell'uovo”, è che lo sport praticato ad alti livelli occupa la maggior parte del tempo a disposizione di una persona, ed io, per molti anni, ho cercato di equilibrare scuola e sport in modo tale da non tralasciare né l’uno né l’altro. Ad oggi questo equilibrio l’ho trovato grazie ai miei genitori, che mi sostengono e non mi pressano e grazie alla mia allenatrice che ogni giorno crede in me, anche nei periodi di crisi. Trovo fondamentale il rapporto allenatore-atleta e un consiglio che sento di voler dare a tutti quelli che praticano sport è quello di non avere paura di parlare con il proprio coach e, se serve, anche di cambiarlo, perché lo sport non deve essere imposto a nessuno e va vissuto con spensieratezza.
ARIANNA TARZARIOL
Puoi presentarti, Arianna?
Sono Arianna Tarzariol, frequento la 2^BL, e da undici anni pratico la ginnastica ritmica.
Ho iniziato da piccola con questo sport che, piano piano, ha preso un ruolo sempre più importante nelle mie giornate e nella mia vita.
Le ore di allenamento sono tante durante la settimana e ad esse si aggiungono le gare durante molti weekend.
Che tipo di sport è la ginnastica ritmica?
E’ uno sport veramente impegnativo, perché prevede l'utilizzo di vari attrezzi, la palla, il nastro, la fune, il cerchio e le clavette oltre al corpo libero; ognuno di questi mi ha permesso di sviluppare delle abilità differenti, ponendomi davanti sempre nuovi obiettivi da raggiungere e superare.
Gli allenamenti e le gare sottraggono moltissimo tempo allo studio, agli amici ed alla famiglia, ma mi hanno permesso di acquisire sicurezza in me stessa e moltissima disciplina.
Quando riesco a salire sul podio, tutta la fatica e le rinunce fatte spariscono, lasciando posto ad una grande gioia che mi ripaga di tutti i sacrifici compiuti per portare avanti questa passione.
Al di là dei traguardi ottenuti, che cosa ti ha insegnato questo sport?
Questo sport è una scuola di vita perché gareggiando sola, in coppia oppure in squadra, devo sapermi adattare a molteplici situazioni… Si deve essere un tutt’uno tra compagne, compensando ognuna gli errori delle altre, sostenendoci e motivandoci a vicenda, proprio come accade nella vita di tutti i giorni.
CAMILLA CUZZUOL
Camilla Cuzzuol frequenta la classe 5^CT, ha iniziato a nuotare quando era alle elementari ed oggi partecipa a competizioni di ogni livello sul territorio nazionale.
Da cosa è nata la passione per il nuoto?
Beh, diciamo che è nata in modo del tutto casuale: sin da piccola i miei genitori mi portavano in piscina perché ci tenevano che imparassi a nuotare, a me, però, non piaceva affatto, mi lamentavo e piangevo sempre; poi, dopo qualche anno che mi ero allontanata dalla piscina, sono capitata in salotto mentre mio papà stava guardando i mondiali di nuoto e ho visto Federica Pellegrini vincere la medaglia d’oro. Quella gara mi aveva stranamente affascinata e aveva fatto nascere in me il desiderio di essere come lei, come la Divina. Quella sera ho scoperto, in un modo del tutto inaspettato, quale fosse il mio sogno: diventare una nuotatrice ad alti livelli.
Come si fa a mantenere viva la fiamma della passione?
Questa è proprio una bella domanda. Io pratico nuoto a livello agonistico da 10 anni e posso dire che mantenere viva la passione non è sempre stato facile, soprattutto in questo ultimo periodo. Ovvio che, come in tutti gli aspetti della vita, gli alti e i bassi bisogna sempre aspettarseli, bisogna solamente sapere come affrontare i “momenti no”. C’è stata una stagione nella quale non avevo ottenuto alcun risultato importante, nella quale partecipavo, anche a gare importanti, ma non lasciavo mai veramente il segno, non ottenevo un risultato che mi desse soddisfazione nonostante mi allenassi un sacco. In quel periodo ho iniziato a nutrire un profondo odio per il nuoto, mi dava fastidio vedere una piscina e man mano che il tempo passava mi sono accorta che non provavo più emozioni quando nuotavo, tanto da arrivare ai nazionali senza avere voglia di farli, tuffandomi in acqua e nuotando senza alcun riguardo per le gare importanti che stavo facendo. Non nascondo che sia stato terribile per me, non mi riconoscevo più. In quel momento ho dovuto prendermi una pausa, staccare completamente la testa dal nuoto, perché quella non era più passione, ma ossessione. Credo che tra la passione e l’ossessione, a volte, vi sia un filo piuttosto sottile, soprattutto quando molte persone iniziato a mettere gli occhi su di te e le pressioni aumentano in modo esponenziale. Ora ho recuperato il vero senso della mia passione: mi diverto facendo le gare, nuoto solo per me stessa senza sentire molto le pressioni che mi danno gli altri, nuoto perché amo farlo, non perché devo. Perciò quello che mi sento di dire è che non bisogna aver paura di dire basta, di fermarsi, di regalarsi momenti per ritrovare se stessi, perché non sarà una perdita di tempo, anzi aiuterà a tornare più forti di prima, perché il rapporto con la propria passione si fortificherà e, in questo modo, si renderà molto più di prima.
Come funziona la vita da atleta?
Beh, in una normale giornata mi alzo, faccio stretching, mi preparo, vado a scuola, torno a casa, pranzo, alle 14:15 sono in acqua fino alle 16:15 (tre volte a settimana faccio anche 45 minuti di palestra), poi torno a casa, studio, ceno, se riesco faccio la mia dose quotidiana di netflix e vado a dormire. Poi i weekend ci sono gare dalle più alle meno importanti, a volte stiamo via qualche giorno per delle trasferte e ogni tanto c’è anche una domenica di guadagnato relax. Ci sono periodi dell’anno in cui ci alleniamo sia mattina che pomeriggio per un totale di 4 ore al giorno, inoltre, l’anno scorso per un certo periodo ci siamo allenati la mattina dalle 6 alle 7:15 prima di venire a scuola e poi anche il pomeriggio. Ovviamente è tutto molto faticoso, ma se c’è passione anche la fatica diventa divertimento!
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