Ricordi di scuola
- La redazione
- 2 giorni fa
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In questi anni sono state molte le occasioni in cui ho potuto incontrare ragazzi a cui avevo insegnato... e devo dire che sono stati momenti davvero belli. Siccome alla scuola sono sempre collegati pensieri negativi e giudizi impietosi, vorrei spezzare una lancia a favore di questa fantastica Istituzione!
Il primo ricordo va alla quinta del fatidico 2020! L’esame nel periodo più acuto del Covid: resterà nella storia! Coordinavo quella classe e ho percepito che, nei mesi difficili di smarrimento e paura per tutto quello che stava accadendo, con i nostri poveri, improvvisati ed inadeguati mezzi (DAD, DID e compagnia) siamo riusciti a creare un legame forte, invincibile, tenendoci in contatto e lasciando il segno gli uni negli altri. Infatti, da quei ragazzi (che alla fine del colloquio d’esame non volevano più uscire dall’aula) continuano ad arrivarmi messaggi e comunicazioni ricche di gratitudine e soddisfazione! L’anno scorso, poi, siamo stati "vicini a distanza" ad Asia Pellizzari (campionessa di tiro con l'arco) che ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi! Grazie anche ai social, ci giungono gli aggiornamenti sui suoi impegni e sui suoi successi. Non siamo più in aula tutti i giorni, ma in qualche modo sappiamo che ci siamo comunque.
Poi, come non far riferimento alle visite a sorpresa a scuola! Nei mesi scorsi ho visto che sono venuti a salutare gli ex prof diversi studenti delle quinte del 2023-24. Io ho visto sempre giovani sorridenti e soddisfatti, nonostante gli impegni e le fatiche. Molti hanno riconosciuto di aver raccolto i frutti dello studio (e anche di qualche arrabbiatura) al “Da Collo” nel preparare gli esami all’Università: “Dobbiamo dire che stiamo vivendo di rendita”… e per questo ci hanno ringraziato.
Ricordo che un giorno stavo sorvegliando una classe durante un’assemblea d’Istituto; improvvisamente mi è arrivata alle spalle una ragazza che mi aveva cercato per tutta la scuola e ha corso finché non è riuscita a trovarmi fra le centinaia di persone presenti in Aula Magna. Ci teneva a vedere tutti i suoi ex insegnanti e a dirci che i voti degli esami all’Università erano tutti positivi e che riconosceva il grande aiuto che le avevamo dato per trovare un metodo di studio efficace.
Ogni tanto mi arrivano messaggi da ragazzi che condividono esperienze di studio particolarmente entusiasmanti (penso ad un’ex alunna che in febbraio ha partecipato ad uno stage con l’Università a Sanremo, durante il Festival), oppure che mi chiedono un consiglio o una “consulenza legale” su un contratto di lavoro, su faccende personali o su fatti di attualità. Devo dire che questo, per me, è l’aspetto più commovente! Constatare che si è creato un rapporto di fiducia che non è finito, ma semplicemente è cambiato. Non è secondario, anzi! Non ho mai pensato che essere insegnante corrispondesse a fare qualcosa; essere insegnante significa avere un ruolo nella vita di ogni giovane che incontri. Forse è colpa dei miei docenti che mi hanno viziato! Perché io, a dire la verità, non sono mai tornata a cercarli, ma sono stati loro a raggiungermi in vari tempi e modi. La mia maestra delle elementari ogni anno, il primo settembre, mi scrive un toccante messaggio di augurio per l’anno che inizia. Alcuni miei professori del Liceo si fanno vedere agli eventi culturali che organizzo, compresa l’ultima del 17 maggio a scuola. Se la scuola non è solo una parentesi fatta di nozioni da ingoiare e verifiche da digerire, diventa davvero un trampolino di lancio, un porto sicuro da cui partire, ma anche a cui tornare. E questa è la scuola che vorrei si costruisse. Concludo con un pensiero di augurio ai diplomandi che si apprestano a sostenere il primo esame della loro vita: possano scoprire nelle scelte e nei passaggi della vita quell’essenziale che è invisibile agli occhi, ma ben riconoscibile al cuore!
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