top of page
La redazione

La vicenda di Roman Haller…tra film e palcoscenico

Seconda Guerra Mondiale, Tarnopol (attuale Ucraina). Un bambino viene alla luce, in una foresta. Inizia così la storia assai singolare di Roman Haller. Era il 10 maggio 1944 ed i suoi genitori, entrambi ebrei, erano in fuga. Sopravvissuti alla Soluzione finale grazie al coraggio di una donna polacca, Irena Gut, che, a rischio della propria vita, li aveva nascosti assieme ad altri dieci ebrei, essi riescono a far nascere il loro bambino contro ogni pessimistica previsione.

In quest’anno scolastico abbiamo avuto la possibilità di conoscere questa vicenda ed anche il suo protagonista.

Il film, Irena’s Wov, da cui è stato tratto lo spettacolo curato dalla compagnia del Da Collo “Io, tu, noi…insieme”, parla di una storia vera. Lo abbiamo seguito con molto interesse: ci è stato proposto in inglese e nelle sue sequenze abbiamo conosciuto molte persone disposte a rischiare la propria vita per aiutare chi aveva bisogno, persone che, nonostante all’apparenza dicessero di non tollerare gli ebrei, in realtà sono state in grado di provare compassione ed essere solidali. Fingevano di assecondare il nazismo probabilmente per evitare problemi, ma nel profondo erano rimaste di buon cuore. Altre, invece, credevano veramente che quello che veniva fatto agli ebrei fosse giusto: ricordiamo, in particolare, la figura di un comandante che con molta freddezza riusciva a torturare e ad uccidere delle persone, anche bambini innocenti, solo perché ebrei.

Il 5 aprile abbiamo, poi, assistito allo spettacolo teatrale, messo in scena per noi studenti di quarta e quinta e replicato alla sera per la cittadinanza. 

Inizialmente, ci siamo trovati di fronte a delle scene difficili da comprendere: volevano richiamare l’importanza del ricordo in modo simbolico, attraverso segni, gesti e danze.

Nella seconda parte invece sono state rappresentate alcune scene del film, facilmente comprensibili e coinvolgenti.

Lo spettacolo è stato molto curato e decisamente emozionante. Tutti gli attori – che sembravano dei professionisti! - hanno espresso una grande bravura ed il messaggio che volevano lanciare è stato chiaro: non bisogna dimenticare, è giusto mantenere il ricordo per avere consapevolezza di ciò che è stato.

In ognuno di noi si sono susseguiti forti sentimenti: da un’iniziale sensazione di vuoto, malinconia, angoscia, dolore di fronte alla crudeltà, alla commozione per gli esempi di amore e solidarietà manifestati verso chi era indifeso.

Alla fine, è stata fatta un’intervista al signor Roman Haller assieme a sua moglie. Ci ha colpito molto la loro testimonianza: ci hanno detto di essersi emozionati durante lo spettacolo e si sono complimentati con la scuola per l’iniziativa. Avere un sopravvissuto alla Shoah tra noi e raccogliere la sua testimonianza diretta penso sia stata una delle occasioni migliori per capire appieno l’orrore di quei giorni e conservarne in noi il ricordo. È stato veramente toccante.

Desideriamo riportare alcuni passaggi di quanto condiviso dal signor Haller. In particolare, una sua frase: “Non esiste sangue cristiano, ebreo o musulmano, ma solo umano”.

Ci ha poi colpito in particolar modo la risposta che ha dato alla domanda: “Prova odio nei confronti dei nazisti che hanno sterminato così tante persone?”. Lui ha risposto che l’odio è un brutto sentimento e che è incapace di provarlo; nei confronti dei nazisti nutre solo grande pena, per la profonda ignoranza in cui sono stati trascinati dall’indottrinamento di un regime che li qualificava come una razza eletta e li induceva ad eliminare chi era diverso.

Credo che tutti noi abbiamo potuto percepire che all’interno della vita di Roman Haller, nonostante la guerra e il nazismo gli abbiano portato via tanto, c’è sempre stato spazio per la speranza: non è mai sparito il sorriso dal suo volto durante tutto l’incontro.

Abbiamo apprezzato molto la scelta del laboratorio teatrale di concentrarsi su un tema così importante e di strutturare le scene in modo che fossero il più possibile fedeli al film che abbiamo visto in classe e alla storia di Roman Haller. A differenza del film, lo spettacolo teatrale ha forse suscitato emozioni più forti, anche grazie alle luci e agli effetti sonori.

Penso che tutta l’iniziativa sia stata un’occasione efficace per riflettere sul fatto che la memoria storica vada mantenuta viva dalla nostra generazione; è necessario portare avanti la testimonianza di persone come Roman Haller per evitare che possano ripetersi nuovamente tragedie ed orrori come quelli che la sua generazione ha vissuto. 

LA CLASSE 4^AT

96 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page