La fragilità è un aspetto che, da sempre, caratterizza l'animo umano: noi non possiamo gestire qualunque momento o situazione difficile che incontriamo e, se messi di fronte ad un problema oltre le nostre capacità, diventiamo fragili.
Partendo da questo presupposto, possiamo anche giungere alla conclusione che le fragilità non sono eliminabili del tutto: anche la persona più forte, razionale, calma, calcolatrice ed esperta del mondo ha i proprî “talloni d'Achille”.
Pertanto concordo con quanto affermato da Andreoli nel suo saggio L’uomo di vetro. La forza della fragilità. È vero quindi che le fragilità e le debolezze possono offrire spunti di riflessione, ma soprattutto grandi opportunità: in primis, la ricerca e l’analisi dei nostri punti di debolezza sono un modo per conoscere noi stessi e diventare persone più complete.
In secondo luogo, una conseguenza di questa “auto-analisi” è l’accettazione di sé, capacità che ci permette di creare un equilibrio fra corporeità e psiche. E l’equilibrio è una forza, perché la sua assenza ci lascia paralizzati e non ci permette di realizzare noi stessi.
In terzo luogo, questa risoluta presa di coscienza riguardo alle fragilità ci aiuta anche a eliminarle quando ci è possibile: il primo passo per risolvere qualunque problema è riconoscerlo come tale. Ciò, purtroppo, non è scontato perché – ad esempio – tanta gente nega addirittura problemi di salute per non apparire debole o svantaggiata.
Infine, possiamo dire che le nostre fragilità sono in grado di aiutarci a conoscere noi stessi, ad amare noi stessi, a stare in armonia con noi stessi e a diventare un po’ più forti ogni giorno.
Tuttavia, nella società è piuttosto diffuso un atteggiamento nocivo, vale a dire la tendenza a nascondere le proprie debolezze. Tanta gente lo fa perché non vuole perdere l’altrui approvazione.
Questo modus operandi, però, non ci può essere d’aiuto, perché così facendo si annullano le opportunità e le lezioni di vita offerte dalle debolezze. Diventiamo, agli occhi degli altri, privi di fragilità. Ma è vero o è una bugia? Che immagine vogliamo dare di noi stessi? Che valori vogliamo testimoniare al mondo? Siamo sinceri nei nostri confronti?
In conclusione, ritengo che le debolezze siano da accettare in ogni caso: dobbiamo essere trasparenti con noi stessi senza edulcorare la realtà. Negare le debolezze è come rinnegare la propria umanità, perché non esiste persona al mondo che sia priva di difetti.
Accettarsi per come si è è un grande atto d’amore verso noi stessi e anche verso quelle fragilità che, sebbene a volte rinneghiamo, ci hanno insegnato e ci insegnano a vivere, proprio come fa un bravo genitore o un ottimo maestro.
Francesco Colomberotto, 5BT
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