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  • La redazione

L’uomo, la bestia e la virtù 


 

Accadono, a volte, coincidenze e sovrapposizioni di eventi e suggestioni che incidono particolarmente sui nostri pensieri. 

Sabato 18 novembre: dalle 10 alle 13 assisto, assieme a numerosi colleghi ed ai nostri alunni delle quinte, alla rappresentazione della commedia “L’uomo, la bestia e la virtù”, messa in scena al teatro “Dina Orsi” dalla compagnia “Tremilioni”. 

Come ogni opera pirandelliana, anche questo apologo del 1919 sa interrogare lo spettatore anche oggi, costringendolo a scavare nel profondo della propria coscienza critica. 

Una trama grottesca che vede protagonisti una donna sposata che tradisce un marito assente, un capitano che conduce una vita ambigua con due famiglie parallele e numerose relazioni adulterine, un professore innamorato della moglie di un altro, un medico, un farmacista ed una governante che reggono il gioco e soprattutto le maschere degli altri personaggi. 

Ognuno di noi -abbiamo condiviso- si nasconde dietro atteggiamenti o ruoli in base alle circostanze in cui si trova a vivere; ognuno di noi, da abile ipocrita (ipocritès, nell’antica Grecia, erano i commedianti che recitavano negli spettacoli, assumendo di volta in volta caratteri e volti diversi: maschere, appunto!) cambia costume e recita sul palcoscenico dell’ordinaria quotidianità. 

Coinvolgente la compagnia teatrale, stimolante il tema proposto. 

Il problema è sorto quando, salita in macchina, ho appreso dai notiziari trasmessi alla radio che il corpo di Giulia, la ventiduenne scomparsa alcuni giorni prima, era stato ritrovato, martoriato, gettato in un dirupo. 

Ricostruita la vicenda in frazioni di secondo, la mia mente ha pensato esattamente all’uomo, alla bestia e alla innocenza di una vita stroncata nel suo fiorire.  

Un fidanzato che si dichiarava innamorato, ma non lo era. Un amore mascherato da possesso. Un groviglio di sentimenti genuini nascosti sotto egoismo ed opportunismo. Tante, sicuramente, fragilità velate dalla noncuranza. Quante volte abbiamo appreso annunci di morti violenti subìte da giovani donne massacrate da chi diceva di amarle?  

Sabato 25 novembre: Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 

Credo che questo 25 novembre ci coinvolga emotivamente in modo più forte e diretto del solito. 

Sarà la vicinanza dei luoghi teatro della tragedia, sarà per la vicinanza d’età dei protagonisti con i nostri studenti… sarà quel tremendo senso di impotenza che si prova nel prendere atto che non si fa mai abbastanza per prevenire questi fatti! 

Pirandello saprebbe darci suggerimenti efficaci; anzi, lo fa. Guardiamo le maschere. Le nostre, prima di tutto. Guardiamole con rispetto, per capire il senso della loro esistenza. Guardiamole con responsabilità, per non dare giudizi. Guardiamole con simpatia, per poter prendere le distanze. Guardiamole con umiltà, sapendo che, forse, non riusciremo mai a farne a meno del tutto.  

Ma guardiamo anche le maschere della realtà: quelle sì, con coraggio e con forza, per strapparle via con risolutezza. Un amore mascherato da violenza o debolezza non è mai amore! Non sappiamo forse dare un nome alle cause, ma dietro la maschera di un uomo troppo spesso in Italia si nasconde una bestia. 

 

Chiara Chies 

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