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  • La redazione

25 novembre. Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Aggiornamento: 14 dic 2023


 

La morte di Giulia Cecchettin ha sconvolto tutti. Abbiamo sperato in un epilogo diverso. Invece, è finita come sempre. Giulia è morta per mano di Filippo, il suo ex. Quel bravo ragazzo che tanto l’amava e che senza di lei non avrebbe più potuto vivere, per cui si è arrogato il diritto di toglierLe la vita. Ovviamente, la Magistratura seguirà il suo corso per fare giustizia sull’ennesimo caso e su questo confidiamo tutti. 

Ma non è questo ciò di cui dobbiamo discutere. Piuttosto, noi, giovani, donne, uomini, cittadini cosa dobbiamo e possiamo fare ?  

Forse è giunto il momento di pensare che ogni ragazza, ogni donna - anche una di noi - nella vita potrebbe incontrare il “Filippo” di turno, fidarsi fin troppo di lui, compiacerlo, essere remissiva privandosi della propria dignità, rinunciare alla libertà di pensare e di agire. E così, inconsapevolmente, concedergli  occasioni  relazionali non meritevoli, fonte di pericolo.  

Occorre convincersi del fatto che una relazione affettiva “positiva” si fonda su un sereno rapporto di fiducia, collaborazione e rispetto, sulla reciprocità, sul riconoscimento dei ruoli e non prevede comportamenti ambigui, narcisistici, ossessivi, soffocanti, possessivi. Sì, perché chi ama rispetta ! Chi ama non manipola l’altro ! Chi ama lascia libertà! Chi ama è felice con te, dei tuoi successi e della tua felicità ! Soprattutto, perché chi ama non uccide!  

Forse se comprenderemo tutto questo sapremo come impostare una relazione affettiva con l’altro ed accorgerci delle criticità che possono nascere, creandoci uno scudo difensivo che ci consentirà di reagire con decisione al minimo segnale di allerta. 

Quindi, oggi siamo qui per esprimere i nostri pensieri, riflettere e soprattutto per confermare il nostro impegno a cambiare il futuro. Quel futuro che oggi sembra tanto buio ed irto di difficoltà. NOI NON VOGLIAMO RINUCIARE AI NOSTRI SOGNI! 

Dobbiamo capire perché accadono queste cose, dobbiamo documentarci, dobbiamo dialogare, dobbiamo cercare il confronto, dobbiamo essere cittadini attivi, dobbiamo costruire il nostro pensiero critico, dobbiamo cambiare la cultura retrogada del patriarcato, dobbiamo essere soprattutto “liberi” e “indipendenti”. Dobbiamo farlo insieme, uscendo dal guscio della “solitudine” e dell’indifferenza”, combattendo ogni stereotipo di genere ormai diventato - purtroppo - comune pensiero. 

E’ vero. Ci sentiamo tanto disorientati, impauriti, non abbiamo più fiducia negli altri e facciamo fatica a chiedere aiuto, ma non dobbiamo mai darci per vinti. Dobbiamo sforzarci di vedere la luce in fondo al tunnel. La luce la troveremo nel profondo della nostra anima e nel cuore delle persone che camminano sempre al nostro fianco. 

Se vogliamo un modo migliore dobbiamo crederci, avere fiducia, non perdere speranza … dobbiamo reagire … ed ognuno deve fare la sua parte ! 

Lo dobbiamoa GIULIA ed a TUTTE LE VITTIME DI FEMMINICIDIO, ormai troppe. 


Fortunato D'Amico

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