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  • La redazione

DICIAMO NO AGLI STEREOTIPI DI GENERE!

Gli stereotipi di genere sono credenze trasmesse socialmente nel tempo che definiscono, ingiustamente, quelle che sono e devono essere il ruolo, i comportamenti e l’apparenza fisica di una persona in relazione al genere di appartenenza.

Questa differenziazione tra generi nasce dalla tendenza dell’essere umano a semplificare la realtà, schematizzandola in figure generalizzate che, però, annullano la ricchezza di ogni singola persona.

Si tratta di una tendenza che risale alla nascita dell’umanità, anche se il termine preciso “stereotipo” ha un significato di origine tipografica e indicava il nome degli stampi di cartapesta; nell’ambito delle scienze sociali viene introdotto per la prima volta da un giornalista statunitense nel 1922.


Donne e uomini nella storia

Lo stereotipo di subordinazione della donna rispetto all’uomo trova per certi versi fondamento già nella Bibbia, in cui si narra che l’uomo venne creato per primo e dal suo costato si formò la donna.

Nell’arco temporale dal Medioevo ad oggi la figura della donna ha subito un’enorme evoluzione: la donna ha acquistato nel tempo molti diritti, anche se, purtroppo, oggigiorno all’interno della società vi sono ancora numerosi modelli sociali che definiscono alcune caratteristiche ed alcuni ruoli della donna in modo stereotipato.

Nel Medioevo la donna era considerata inferiore all’uomo e denigrata sotto ogni aspetto: le donne erano obbligate a svolgere solo le attività domestiche, non avevano alcun tipo di diritto e, soprattutto, già in giovane età venivano viste prettamente come procreatrici o, per le famiglie aristocratiche, come mezzo per ottenere risorse in termini di alleanze politiche tramite matrimoni combinati. A testimonianza di ciò, possiamo prendere in considerazione i sonetti di una poetessa del XIII secolo, conosciuta come “Compiuta Donzella”, che mettono alla luce la sua sofferenza causata dal matrimonio combinato voluto dal padre.

Nel corso degli anni, però, la donna ha lottato duramente per la sua emancipazione e nell’Ottocento ha iniziato ad entrare nelle fabbriche e ad avere maggiore autonomia; le lavoratrici femmine, tuttavia, venivano retribuite meno degli uomini e venivano fortemente discriminate, in quanto la società, sebbene fosse cambiata repentinamente, restava maschilista e patriarcale.

Solamente dopo la Prima guerra mondiale, quando per quattro anni le donne dovettero sostituire gli uomini, partiti per il fronte, in tutte le professioni, la donna ha iniziato ad assumere un certo rilievo ed hanno iniziato a nascere lotte femministe con lo scopo di raggiungere il riconoscimento di molti diritti. Nel mondo occidentale le donne dopo anni di numerosi conflitti, violenze e sacrifici sono riuscite ad ottenere la massima emancipazione e ad affermarsi in ambito sociale.


Gli stereotipi di genere oggi

Al giorno d’oggi nel nostro Paese possiamo notare che la donna a livello giuridico ha indipendenza ed uguaglianza rispetto all’uomo, ma molti stereotipi sul suo ruolo nella società sono rimasti.

Il fatto, ad esempio, che la donna debba ancora in molti casi svolgere le faccende domestiche e prendersi cura della prole fa parte di un modello tramandato dai nostri antenati, in quanto, fin da piccole, le bambine sono state tradizionalmente educate a questo, anche in tempi abbastanza recenti. Inoltre, ancor oggi, numerose volte la donna viene sminuita alla guida di un veicolo, quando ricopre una carica lavorativa importante, quando pratica sport solitamente maschili, ecc.

Molte persone sostengono e nutrono ancora questi stereotipi, in quanto li ritengono giusti in base ai loro ideali, ma anche estremamente convenienti: la donna vive spesso in un contesto famigliare in cui le vengono attribuiti tutti i lavori domestici e l’educazione dei figli e, nel rapporto di coppia, si sente spesso data per scontata; l’uomo, d’altra parte, si trova in una posizione in cui gli è più facile realizzarsi nel mondo lavorativo e concretizzare i propri sogni.


Stereotipi di comodo

Sorge spontaneo, quindi, porsi delle domande. Perché la donna è obbligata a svolgere le faccende domestiche da sola? Perché la donna deve essere ritenuta più debole? Perché un uomo non può lavare i piatti: muore se lo fa? Sicuramente la donna di natura è un po’ meno robusta dell’uomo, ma questo non vuol dire che non possa praticare uno sport tipicamente maschile o realizzarsi nel lavoro, oppure che l’uomo non sia mascolino se stende dei panni. Chi la pensa così penso abbia una mentalità molto chiusa e contraria all’evoluzione di una società aperta e priva di stereotipi. Le attività quotidiane e normali non devono essere attribuite secondo stereotipi o pregiudizi.


Uno sguardo sul mondo

Nonostante queste svalutazioni della donna nel mondo occidentale, le donne devono apprezzare i loro diritti e le loro conquiste, in quanto, in alcuni paesi del mondo, esse non hanno ancora ottenuto questa indipendenza e questi diritti.

In molti paesi dell’Asia e del Terzo Mondo la donna non ha diritti e sottostà ancora a ruoli fissi ed immutabili, limitati alla procreazione e alla cura della prole e della casa.

Le donne che sono riuscite a conquistare dei diritti, quindi, devono apprezzarli, ma non devono accontentarsi e devono lottare per sconfiggere gli stereotipi ancora presenti nella società odierna.

Gli uomini, d’altro canto, devono impegnarsi a rendere possibile ciò: non si devono vergognare se per sbaglio si lavano la propria biancheria!


Giulia Donadel, 3CT

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