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  • La redazione

Da Collo incontra Due Palazzi: un dialogo oltre le sbarre

Aggiornamento: 26 feb 2020


Il 15 Gennaio 2020 la classe 3C Turismo, assieme ad altre classi della scuola F. Da Collo di Conegliano, ha avuto la speciale occasione di incontrare due persone che, in modo diverso, hanno fatto esperienza del carcere "Due Palazzi" di Padova. Tutti gli alunni hanno profondamente apprezzato l'esperienza, consapevoli di essersi avvicinati a una realtà che si conosce bene ma che spesso e volentieri viene ignorata e dimenticata: il carcere. Un ex detenuto, Bruno di 60 anni, e un detenuto in permesso di uscita temporanea, Chao Lin di 29, ospitati dalla nostra scuola nell'ambito del progetto "Il carcere entra a scuola", sono stati esaurienti e disponibili nel raccontare la loro storia e il loro duro passato.

Bruno si presenta e inizia a raccontare il suo vissuto. Da sempre affascinato dalla ricchezza e dalla bella vita, inizia a intraprendere la strada della criminalità nell'adolescenza, quando comincia a spacciare sigarette di contrabbando provenienti dalla Svizzera. Dopo il contrabbando di sigarette inizia a spacciare droghe in grossa quantità, andando anche in altri Stati e, con il passare degli anni, inizia a rubare statue. Viene arrestato per la prima volta all'età di 18 anni quando stava importando una grossa partita di droga in Italia. Da lì inizia un vero e proprio "dentro e fuori" dal carcere, in quanto la sua mentalità non cambia e una volta uscito dalla prigione commette gli stessi reati, per poi quindi essere nuovamente arrestato e ripetere gli stessi crimini. Mentre scontava un ultimo anno di carcere, gli viene allungata la pena di dieci anni per dei reati commessi precedentemente, per un totale di quindici anni di pena da scontare.

Diversa è invece la storia di Chao Lin. Arrivato in Italia con la sua famiglia da bambino, inizia la scuola media senza conoscere minimamente la lingua italiana. Per tutti gli anni successivi viene bullizzato ed emarginato, perché non compreso, finché incontra un ragazzo delle sue stesse origini con cui può esprimersi liberamente. Inizia così ad uscire con altri amici e a frequentare discoteche, dove consuma droga abitualmente. Il giorno che per lui si rivelerà fatidico sarà quando lui e i suoi amici, non lucidi perché sotto effetto di droghe, si acciuffano con altri ragazzi fino a, purtroppo, ucciderne uno.

Le due persone con cui la classe ha avuto l'occasione di parlare, con le loro storie a tratti commoventi, hanno fatto capire quanto si fossero pentite delle loro scelte e quanto sia difficile, una volta finalmente usciti dal carcere, reinserirsi nella società e non essere giudicati. L'attenzione dei media e di conseguenza dei cittadini è concentrata nel delitto in sé: alla chiusura delle porte del carcere nessuno presta più attenzione ai condannati. I due uomini si sono rivelati persone profonde e assai più lucide di tante altre in libertà; erano inoltre solari, simpatici ed educati: i pregiudizi che li ritraevano come criminali di sono disciolti per lasciare posto ad altre sensazioni positive. Pertanto, sebbene spesso consideriamo i detenuti come delle persone irrecuperabili a causa dei pregiudizi della società, dobbiamo capire che sono esattamente come noi: tutti possono sbagliare e tutti devono avere la possibilità di rimediare ai propri errori, se si ha un motivo per farlo e la forza di volontà necessaria.


Lisa Vendramini, 3CT

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