Nella serata di giovedì 18 marzo 2021 si è tenuto un seminario online dedicato alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo, aperto a studenti, famiglie e docenti. Relatori della conferenza sono stati il dott. Sergio Russo, dirigente della Polizia postale del Veneto, e l’avvocato Nazareno Stivanello.
Nel suo intervento il dott. Russo ha innanzitutto ricordato che il fenomeno in oggetto, conosciuto da anni in tutto il mondo, consiste in atti di violenza che vengono esercitati attraverso i social network. Risale al 29 maggio 2017 la prima legge contro il cyberbullismo, finora mai modificata, che ha lo scopo principale di sensibilizzare i ragazzi a non commettere atti di violenza psicologica verso gli altri mediante il web. Il cyberbullismo, per definirsi tale, secondo l’articolo 1 del Codice civile, deve contenere almeno uno di questi elementi: furto d’identità, ingiuria, atti intimidatori, con lo scopo di sminuire la persona e farla sentire debole.
Il dott. Russo ha preso in esame il ramsonware, che consiste in una sorta di ricatto che viene imposto all’utente una volta che il suo PC viene infettato da un determinato malware: per la liberazione da tale virus viene chiesto di pagare un riscatto in danaro. Contro il ramsonware nel 2007 è stata istituita un’associazione che ha lo scopo di tutelare gli utenti dai principali crimini informatici.
Un altro aspetto trattato dal conferenziere ha riguardato il cyberterrorismo, una forma di violenza che si attua attraverso il web consistente nell’istigare alcune persone a commettere atti terroristici. Queste persone sono spesso fragili, sole, manipolabili e dotate di bassa autostima, come accade molto spesso anche a chi è vittima di bullismo.
A tutelare le vittime di bullismo virtuale è la polizia postale, che vigila su quanto viene pubblicato nel web e gira per le scuole dando informazioni sul fenomeno, facendo capire la gravità della violenza esercitata sui più deboli e fornendo suggerimenti per difendersi dalla criminalità che si esercita attraverso il web.
Vi sono due strumenti con i quali ci si può difendere dai danni del cyberbullismo: “l’oscuramento dei social” e “l’ammonimento”. Per attuare l’oscuramento dei social basta rivolgere una semplice istanza al gestore del sito internet o del social network in cui si è manifestata la condotta riconducibile al bullismo. La richiesta ha come oggetto l’immediato oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti lesivi. Nel secondo caso, invece, la vittima richiede al questore di intimare al bullo, attraverso un processo verbale, di non usare violenza virtuale contro di lei.
Al termine della videoconferenza una partecipante ha chiesto come si possa capire se un figlio subisca cyberbullismo. Il dott. Russo ha risposto che a fronte di gravi cambiamenti nel comportamento del minore, bisognerebbe controllare i contatti del figlio, anche a costo di violarne la privacy, se necessario.
Questo incontro è stato importante per conoscere argomenti di cui non si parla spesso e per sapere come difendersi dai fenomeni più oscuri del web che possono arrecare alle persone dolore e sofferenza.
Andrea Lumani, 3CT
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