CORAGGIO E MEMORIA DELLE DONNE
- La redazione
- 25 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Apri un giornale o scorri i social e subito ci sono loro: ragazze scomparse, vite spezzate, sogni interrotti. Ogni volta, dentro di noi, nasce quel pensiero che fa male: “e se capitasse anche a lei?” Già… se capitasse anche a lei quello che è capitato a Giulia… Perché la morte di Giulia Cecchettin, che abbiamo ricordato nei giorni scorsi, ci fa presente che la violenza contro le donne non è lontana, né astratta: è reale, vicina, spesso silenziosa, e devastante.
Per provare a comprenderla, nella nostra classe, sotto l’attenta guida della professoressa Chies e della professoressa Stecchezzini, in quest’ultimo periodo ci siamo soffermati particolarmente sull’analisi del fenomeno della violenza contro le donne. Siamo partiti dalla constatazione che nella nostra società sono presenti e ben radicati numerosi stereotipi legati al genere, oltre ad una ancora viva mentalità patriarcale che vuole l’uomo in posizione di superiorità e dominio. Abbiamo deciso, poi, di guardare alle donne che hanno avuto il coraggio di non tacere e di non adeguarsi. Dal discorso alla Camera dei Deputati, del 25 ottobre 2022, del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbiamo preso spunto per approfondire figure come Cristina Trivulzio, Maria Montessori, Nilde Iotti, Tina Anselmi... donne che hanno aperto strade, sfidato ostacoli e cambiato la storia. Quelle testimonianze ci hanno fatto capire che la parità non è un regalo: è il frutto di coraggio, determinazione e scelte difficili.
Poi, attraverso le biografie preparate da noi studenti della 3^AT, ci siamo immersi nelle vite di Malala Yousafzai, Marie Curie, Frida Kahlo e molte altre, scoprendo donne che hanno sfidato pregiudizi, violenze e discriminazioni. Ci hanno mostrato che il coraggio non è solo fare cose grandi e visibili: a volte è trovare la forza di continuare a studiare, parlare, creare e ribellarsi, anche quando il mondo sembra volerti zittire.
Guardare al presente è stato altrettanto importante. L'intervento di Luciana Littizzetto, che ha risposto con ironia ad un commento sessista sul nostro Presidente del Consiglio, ci ha fatto capire che la discriminazione non è sempre evidente: si nasconde nelle parole, nei gesti e nei comportamenti di ogni giorno, creando un terreno su cui la violenza può attecchire, spesso senza che ce ne accorgiamo.
Infine, il teatro ci ha offerto un’esperienza ancora più intensa. Sul palco, Nora, protagonista di “Casa di bambola” di Henrik Ibsen, ci ha fatto riflettere sulla situazione di una moglie intrappolata in ruoli ed aspettative che non aveva scelto. Vederla soffrire, lottare e infine ribellarsi ci ha fatto sentire sulla pelle cosa significhi non avere libertà, essere controllati, non poter decidere della propria vita. È un sentimento che, pur nato da una storia di oltre un secolo fa, parla ancora oggi a tutte le donne che vivono pressioni invisibili e costrizioni sociali.
Mettere insieme tutte queste esperienze ci ha insegnato una cosa fondamentale: la violenza non nasce dal nulla. Nasce dal silenzio, dall’indifferenza, dalla mancata valorizzazione delle donne e della loro dignità. Conoscere le loro storie, riflettere sulle ingiustizie quotidiane e dare voce a chi non può parlare è il primo passo per costruire un mondo più giusto.
Il 25 novembre non è solo un giorno sul calendario: è un invito a ricordare, a riflettere e a far sì che ogni voce venga ascoltata, valorizzata e rispettata. Perché il cambiamento nasce dal coraggio di chi sceglie di non restare indifferente.
Sara Pagotto
3^AT





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