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  • La redazione

“Come una farfalla che vola sopra un reticolato”

Gli alunni del Laboratorio teatrale dell’ISISS F. Da Collo di Conegliano si sono esibiti -in replica- la sera del 5 aprile 2024, al teatro Dina Orsi di Conegliano, in uno spettacolo dal titolo: “Come una farfalla che vola sopra un reticolato”, diretto dal regista prof. Fortunato D’Amico con la collaborazione dei docenti Lucilla Rosolen, Filomena Giordano, Maria Luisa Contini e Stefania Fedele. Ad impreziosire la serata la presenza di Roman Haller, sopravvissuto alla Shoah dopo che i suoi genitori insieme ad altri dieci ebrei scamparono alla morte grazie all’aiuto di Irena Gut Opdike, una infermiera polacca che ottenne il riconoscimento internazionale per aver aiutato gli ebrei polacchi perseguitati dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Tante le autorità e le associazioni presenti, presenti, tra cui l’assessore ai rapporti con le istituzioni scolastiche del Comune di Conegliano, Giambruno Panizzutti, pregevole il suo intervento iniziale sui rischi in cui si incorre quando la realtà viene raccontata non in modo autentico, Luisa Cigagna, vice Sindaco del Comune di Pieve di Soligo, Armellin Silvano, Presidente del Centro Coneglianese di Storia e Archelogia e Silvia Cevidalli, ebrea del circolo culturale per la conservazione della Vittorio Veneto ebraica. Gli attori, attraverso musiche, danze, monologhi, hanno raccontato la shoah; dal rastrellamento degli ebrei al viaggio senza speranza verso i campi di sterminio, dal dubbio che sia stato tutto vero alla certezza compiutasi con “soluzione finale” ovvero l’omicidio di massa sistematico e crudele dei “pezzi”, così li chiamavano i nazisti, una morte disumana persino a raccontarla. Protagonisti anche di un corto teatrale sulla storia di Irena Gut Opdyke. Il racconto di una scelta tra il bene ed il male, una storia di solidarietà e amore che ha letteralmente coinvolto emotivamente il numerosissimo pubblico presente in sala. Tra i dodici ebrei tratti in salvo da Irena anche Ida e Lazar Haller, i genitori dell’ospite d’onore della serata, Roman Haller, giunto da Monaco insieme alla moglie Eva ed accolto con una vera e propria ovazione dal pubblico. Molto interessanti alcuni passaggi del dibattito e le risposte alle domande rivoltegli dalle coopresentatrici, le alunne Federica Miotto e Camilla Cuzzuol. Roman ha manifestato tutto il suo amore e riconoscenza verso Irena e l’ufficiale Ruegemer che hanno salvato i suoi genitori e, riferendosi ai giovani, ha invitato loro a “non rassegnatevi mai nella vita e non perdete la speranza nel bene delle persone”. Dopo avere anche affermato di sentirsi sempre in debito con l’umanità “…devo restituire qualcosa indietro all’umanità…” ha dichiarato che “nel mio cuore non c’è posto per l’odio” neanche per coloro che si sono resi autori di tanto male. Alla domanda “cosa vuole dire ai giovani” ha risposto: l’animo umano si identifica con lo stesso sangue, per cui “non esiste sangue ebraico, cristiano o altro, ma solo sangue umano”. Roman Haller ha quasi 80 anni, ma precisa: “continuerò nella mia opera raccontando ai giovani la mia storia”. Conclude con una frase da brividi che riassume il senso di questo evento e lascia un segno indelebile in ognuno dei presenti: “lascio ai giovani la mia voce che è un moltiplicatore, così come la vostra per il futuro”. Nei vari ruoli, a prendersi i meritati applausi e le congratulazioni personali del DS, prof. Vincenzo Gioffrè, visibilmente emozionato per i suoi alunni, Wendyam Kaborè, Alba e Jonida Allushaj, Francesco Casula, Giulia Gode, Costanza Li Yi Ji, Rinora Reka, Alessio Rapone, Penélope Battistella, Paolo Gava, Alessia Forato, Valentina Maiolo, Greta Fede, Aurora Calzavara, Sveva Omiciuolo, Eva Tabacchi, Maddalena Curtolo, Yi Ting Gong e Rahaf Fakhiri.


Galleria: il regista prof. Fortunato D’Amico, Eva e Roman Haller con altri docenti collaboratori del progetto; i ragazzi del progetto teatro; i protagonisti della serata.




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